Ricerca su Sami Modiano per il Giorno della Memoria

Storia di Sami Modiano
Storia di Sami Modiano

Sami Modiano

Per il Giorno della Memoria la Professoressa di Storia ci ha dato da fare una ricerca su Sami Modiano. Uno dei sopravvissuti all’Olocausto, che ancora racconta la sua storia, per non dimenticare. E così ci siamo messe alla ricerca di informazioni su Samuel Modiano, conosciuto da tutti come Sami. Sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, la sua è una testimonianza da condividere.

Nato a Rodi nel 1930, all’età di 8 anni, con la diffusione delle leggi razziali contro gli ebrei, è stato cacciato dalla sua scuola. Il padre, anche lui ebreo, aveva perso il lavoro e la madre dovette smettere di lavorare a causa di una malattia. Viste le condizioni in cui erano costretti a vivere, molti ebrei che vivevano a Rodi decisero di lasciare il paese.

Sami rimase nell’isola fino al 1943, senza aver troppi (e ulteriori) problemi. Nel 1944 i tedeschi occuparono l’isola e tutti gli ebrei furono caricati su navi mercantili per essere portati nel campo di Auschwitz-Birkenau. Qui gli uomini furono separati dalle donne e Sami rimase con il padre.Ormai non era più Sami Modiano, ma solo una matricola: B7456.

La vita nel campo di concentramento

Ben presto rimase solo nel campo di concentramento, con la morte della sorella e del padre stesso. Ed anche lui era stato destinato alla morte in un forno crematorio, ma si salvò solo perché i soldati delle SS avevano bisogno di forza lavoro per scaricare i camion. E lui venne scelto per svolgere questi lavori di forza. Mentre stava poi per essere spostato in un’altra parte del campo di concentramento, essendo molto debole, cadde a terra. I suoi compagni lo presero come se fosse morto e lo gettarono in mezzo ad altri cadaveri. Quando Sami si riprese capì che quella poteva essere l’occasione giusta per fuggire. Così scappò e raggiunse una casa, dove incontrò altri superstiti, tra i quali c’era anche Primo Levi.

Modiano è uno dei pochi ad essere sopravvissuto al campo di concentramento. Dopo la guerra si trasferì in Congo, dove si sposò. Poi, con lo scoppio della guerra civile, decise di tornare in Italia. E da allora ha iniziato a raccontare la sua storia, per portare una testimonianza alle giovani generazioni.

Nel 2005 ha fatto un viaggio ad Auschwitz, insieme a Walter Veltroni (allora sindaco di Roma)e ad alcune classi di scuole romane, per raccontare quello che i deportati avevano vissuto in quel periodo.

Nel 2013 ha pubblicato un libro, in cui racconta la sua terribile esperienza e come è riuscito a riappropriarsi della sua vita dopo la guerra.

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